Sentire la presenza del Fuoco

Arriva l’autunno, qui da me fa già freddo e come ogni anno io comincio a sentire un’ inquietudine serpeggiante. Sono sempre stata “un pesce tropicale”, mi sento a mio agio nel caldo più torrido, gioisco quando tutti sbuffano, sarà anche per questo che sono diventata una custode della capanna sudatoria Tuj. Il fuoco è un mio grande amico.

Questa mattina sono andata nella legnaia ed ho riempito le prime due borse di legna per accendere la mia stufa-camino, che è una stufa fornita di vetro, così che la fiamma sia visibile. Nel frattempo, stavo già iniziando a lamentarmi via messaggio con un’ amica, dicendo che per me l’autunno stava arrivando troppo in fretta, che non avevo voglia del freddo e di rimettermi a fare infiniti giri su e giù per le scale, carica di legna da ardere. E la voce del Nim Ajaw (Grande Mistero, la fonte non duale dell’ esistenza) mi ha parlato attraverso di lei. Mi ha scritto: però è anche bello il fuoco.
Una frase molto semplice.


Immediatamente il mio animo triste ha iniziato a trasformarsi. La prima cosa che ho provato è stata la gratitudine. Per tanti anni ho vissuto in questa casa senza riscaldamento vero e proprio, rintanata in un’ unica stanza con una stufetta elettrica che mi scaldava solo se mi sedevo lì davanti, senza abbastanza forze e presenza mentale per cambiare la mia situazione. Ora mi sento davvero benedetta. Ho la stufa camino, un camino grande in cucina ed il Toj (fuoco cerimoniale, altare Maya) nel giardino.

Da quando sono stata iniziata come ajqij, (guida comunitaria nella tradizione Maya) la mia vita è cambiata perché ho ritrovato il mio potere ricordando come vivere in armonia con la Terra ed i suoi elementi. Ho ricordato come la presenza del fuoco sia essenziale per gli esseri umani. Siamo gli unici esseri viventi che accendono fuochi sulla faccia della Terra.

Durante i primi anni di apprendistato, la mia relazione con il fuoco non era particolarmente buona. Così il Nim Ajaw mi ha portata ad approfondire la sua conoscenza facendomi vivere per anni all’aperto, in un luogo dove non mancavano quasi mai il vento e le piogge improvvise, ed in cui la legna scarseggiava. Se volevo cucinare o scaldarmi durante le piogge, accendere il fuoco era l’unica soluzione. E che fatica! Quanti momenti di scoraggiamento, rabbia, disperazione! Tutte queste difficoltà sono state essenziali per costruire il mio rapporto con questo elemento, che è uno degli strumenti più importanti per l’ajqij, essendo il portale di comunicazione con il mondo invisibile.

Per inaugurare la stagione della stufa accesa, oggi farò un’ offerta al Nahual di  questo giorno, Kablajuj Iq’, elevazione del soffio vitale. La farò ricordando quel vento che mi sfidava continuamente, spegnendo le fiamme, impedendo l’accensione, spargendo scintille ovunque. La farò ricordando che solo trovando l’armonia con il soffio vitale dentro e fuori di me posso accendere ed alimentare il fuoco, interiore ed esteriore. E allora respiro profondamente l’ aria fresca e umida, facendo circolare l’ossigeno.  Il nutrimento del mio fuoco interiore mi riscalda, ancora prima di risvegliare, con grani di copal, la fiamma nella mia casa.

Qui a Tres Estrellas ci sono  tre fuochi davanti ai quali possiamo sederci a parlare e raccontare storie che ci ricordano come ritrovare la giusta posizione di esseri umani, interconnessi al tessuto dell’ esistenza come figli di Madre Terra e Padre Cielo, in armonia con gli elementi e con tutti gli esseri visibili e invisibili.
Vi aspetto, davanti al fuoco,  per condividere il cacao, le storie antiche, le buone pratiche che ho appreso dagli anziani Maya e da tutti i maestri-maestre visibili e invisibili incontrati sul cammino.


Un caldo abbraccio,
Elisa Ya Lys 

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